a cura della redazione, 20 gennaio

L'orologio del “Giorno del Giudizio”, del Bulletin of the Atomic Scientists nel 1947, ogni anno ci dice quanto l’umanità sia vicina all’Armageddon, o se vogliamo al rintocco dell’ultima ora prima dell'Apocalisse. Un’idea bizzarra, nata dalla mente geniale di Albert Einstein e degli scienziati dell’Università di Chicago che hanno contribuito a sviluppare le prime armi atomiche nel Progetto Manhattan: utilizzando un conto alla rovescia virtuale, ci dice ogni anno il grado di pericolosità delle minacce all’umanità e al pianeta. Una sorta di indicatore della vulnerabilità del mondo, sotto la vigilanza di 11 premi Nobel. 

Quest’anno i membri del Science and Security Board hanno hanno fissato le lacette del Doomsday Clock a “100 secondi dalla MEZZANOTTE”, portando l’Orologio il più vicino che mai all’Apocalisse, bloccato in un angolo estremamente pericoloso. Il 75° annuncio mette in evidenza la complessa rete di rischi catastrofici che l’umanità 2.0 deve affrontare, comprese le armi di distruzione di massa, il collasso ambientale e le tecnologie dirompenti. Un allarme che denuncia quanto i leader globali, e con loro l’opinione pubblica generale, non si stiano muovendo nella direzione necessaria per prevenire il disastro. 

«Nonostante gli apparenti sforzi le tendenze negative a sviluppare armi nucleari e biologiche, i cambiamenti climatici e una varietà di tecnologie dirompenti, esacerbate da un’ecosfera dell’informazione corrotta, che mina il processo decisionale razionale, stanno portando il mondo verso l’apocalisse», spiega John Mecklin in una nota ufficiale rivolta ai leader mondiali, il 20 gennaio scorso. Il lavoro del Comitato trae annualmente le proprie conclusioni dopo un’attenta valutazione dei rischi sistemici globali da un punto di vista scientifico, svolgendo anche una precisa analisi delle politiche pubbliche adottate. Le evidenze più rilevanti denunciate dal countdown 2022 sono state: il fallimento della gestione dei piani vaccinali nell’emergenza pandemica in atto, la corsa al nucleare, le preoccupanti carenze in materia di biosicurezza, il perseguimento di programmi di armi biologiche, l’enorme divario tra gli impegni a lungo termine per la riduzione dei gas serra e le azioni poste in atto per raggiungere tali obiettivi, nonostante l’accordo di Parigi, la corruzione dell’ecosistema dell’informazione.


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