AP News, 17 dicembre
Due tholos di epoca micenea scoperti a Pilo, nel Peloponneso meridionale: tra i beni tombali recuperati un anello con sigillo d’oro e un amuleto egizio che raffigura la Dea Hathor...
Una squadra di archeologi americani ha scoperto due grandi tombe reali risalenti a circa 3.500 anni fa vicino a un importante palazzo di epoca micenea nella regione del Peloponneso meridionale, in Grecia. La scoperta getta una nuova luce sul ruolo dell’antica città di Pilo (Pylos), menzionata nell'Odissea di Omero, nello scambio tra civiltà del Mediterraneo nella tarda età del bronzo. Entrambe le tombe presentano una struttura a forma di cupola, nota come “tholos”, enormi costruzioni sotterranee riservate alla regalità micenea che potevano raggiungere circa 15 metri di altezza. La più grande ha un diametro di 12 metri e le sue mura di pietra svettano fino a un’altezza di 4,5 metri, meno della metà della sua altezza originale. L’altra è circa i due terzi della prima, con mura alte 2 metri. I loro tetti sono crollati durante l’antichità e le camere sono state riempite con così tanta terra e macerie che i ladri di tombe non sono riusciti a saccheggiarle.
Ciondolo d'oro che riporta l’effige della Dea egizia HathorTra i reperti all’interno dei due “tholos”, i cui pavimenti erano rivestiti in oro (ne sono state trovate tracce), un anello con sigillo e un ciondolo dorati, quest'ultimo con l’immagine della Dea egizia Hathor. L’amuleto suggerisce che Pilo avesse intensi scambi con l'Egitto durante il periodo della civiltà micenea, che durò all’incirca tra il 1650 e il 1100 a.C. Le epopee di Omero sono ambientate nelle ultime fasi di questo periodo. La scoperta è stata fatta da Jack L. Davis e Sharon R. Stocker, acheologi dell’Università di Cincinnati.
In una delle due tombe è stato rinvenuto un sigillo molto particolare che riporta l’incisione di due creature “mitologiche”, simili a leoni rampanti alati che sorreggono secondo i ricercatori un vaso e un incensiere su un altare sotto un sole radiante.
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Nel 2015 i due ricercatori avevano scoperto un altro luogo di sepoltura nelle vicinanze, noto come tomba del “Guerriero del Grifone”. Qui fu scoperto anche uno scheletro molto ben conservato con oltre 3.000 oggetti, tra cui quattro anelli in oro massiccio, coppe d’argento, pietre preziose, armatura a pettine in avorio e una spada di bronzo con manico in avorio e oro, che si crede possa essere appartenuta a uno dei primi re di Pylos. Tra questi oggetti inestimabili c’era anche una gemma scolpita, che mostra una feroce battaglia corpo a corpo tra tre soldati. Il livello di dettaglio di questo disegno si vede solo negli artefatti del periodo classico, realizzati circa 1.000 anni dopo.
Il team di archeologi ha trascorso più di 18 mesi a scavare e documentare la scoperta. Le due tombe erano piene di scaglie di foglie d'oro che un tempo rivestivano le pareti. «Come per la scoperta del sepolcro del “Guerriero del Grifone”, alla fine della prima settimana sapevamo di essere di fronte a qualcosa di veramente importante», afferma Stocker in una nota. «I reperti trovati raccontano storie sulla vita in tutto il Mediterraneo 3.500 anni fa - aggiunge - L’anello d’oro, ad esempio, rappresenta due tori affiancati da covoni (fascio di spighe legato dal loro centro), identificati come orzo da un paleobotanico consultato durante gli studi». «È un’interessante scena zootecnica: bovini (due giovenche, vedi la scheda di FENIX in alto) mescolati alla produzione di grano. Per quanto ne sappiamo è l’unica rappresentazione del grano nell'arte della civiltà cretese o minoica», ricorda Davis.
Una mappa del sito mostra le tombe di famiglia in relazione alla sepoltura del “Guerriero del Grifone” e al Palazzo di Nestore
(foto Università di Cincinnati)
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