Università Ca' Foscari Venezia27 gennaio 

Gli archeologi hanno trovato uno dei più antichi templi buddisti conosciuti nella città di Barikot, nella regione dello Swat in Pakistan, lungo un antico asse viario. Gli scavi della missione 2021, condotti nell’ambito di una missione italiana in collaborazione con l’Associazione Internazionale per gli Studi Mediterranei e Orientali (ISMEO), hanno portato alla luce un Tempio Shahi dedicato a Vishnu, che misura 21 per 14 metri. In attesa delle datazioni al carbonio-14, le indagini indicano che fu costruito sopra un antico edificio di culto preesistente, databile intorno al 700 a.C. e demolito al tempo della dinastia Ghaznavid, dopo l'anno 1000 d.C.. Secondo il professor Luca Maria Olivieri dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (Dipartimento di Studi Asiatici e Nordafricani), “a quel tempo, Swat era già una terra sacra per il buddismo”.

Oltre all’antica acropoli, gli archeologi hanno scoperto una piccola necropoli, che è stata esplorata in collaborazione con Massimo Vidale dell’Università di Padova. Il tempio scoperto nel 2021 e altri due santuari buddisti scoperti negli ultimi anni si trovano ai lati dell’antica strada, una “via dei templi” lungo la via principale che collegava la periferia della città con l’acropoli. L’antico tempio buddista, alto fino a tre metri, fu costruito su un podio absidale su cui si erge una struttura cilindrica che ospita un piccolo stupa. Sulla facciata del tempio si trova uno stupa minore e il podio di un pilastro o colonna monumentale, oltre ad una serie di stanze del vestibolo che un tempo conducevano ad un ingresso che si apriva su un cortile pubblico. Sulla scalinata che conduce alla cella un’iscrizione dedicatoria in Kharosthi. L’altra metà del gradino è stata ritrovata capovolta, riutilizzata come solaio nella fase successiva del monumento. 

Barikot fu abitata ininterrottamente dalla Protostoria (1700 a.C.) fino al Medioevo (XVI secolo d.C.) e conserva oltre 10 metri di stratigrafia archeologica. La parte del tempio in superficie risale all’incirca alla seconda metà del II secolo a.C., ma potrebbe essere anche più antico, del periodo Maurya, III secolo a.C.. Gli scavi hanno anche rivelato che il monumento è stato costruito sui resti di una struttura precedente affiancata da un piccolo stupa arcaico che precede il periodo indo-greco. Questa scoperta getta nuova luce sulle forme dell'antico buddismo e sulla sua diffusione nell'antico Gandhara, aggiungendo un tassello al puzzle di ciò che sappiamo dell’antica città. Lo scavo è stato condotto da Elisa Iori (Max-Weber Kolleg, Universität Erfurt) vicedirettore della Missione, e Michele Minardi (Università LOrientale di Napoli). La prima missione archeologica italiana in Asia fu avviata da Giuseppe Tucci nel 1955 ed è attualmente guidata dal professor Olivieri, con il cofinanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Direzione Archeologia, del Musei KP Province (DOAM KP) e del Museo Swat.


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